mercoledì 19 luglio 2017

Cos'è il content marketing?

Oggi provo a rispondere in maniera semplice (e per sommi capi) sul content marketing: la recente tipologia di marketing che prevede la creazione e condivisione di media e contenuti editoriali al fine di acquisire clienti e monetizzare un sito web.



Grazie alla creazione di contenuti, gli utenti entrano in contatto con le aziende con maggiore facilità, dando vita alla cosiddetta "customer experience: un contatto virtuoso e di strategica importanza per entrambi. La creazione di contenuti di qualità e semanticamente corretti consentirà alle persone di entrare in connessione con l'Azienda, producendo fin da subito una customer experience positiva.

Maggiore visibilità e posizionamento organico
Di pari passo con una positiva customer experience, l'azienda acquisirà una maggiore visibilità che – se utilizzata bene - sortirà effetti positivi anche in termini di business. Se sviluppato correttamente, il content marketing, attrarrà un sempre crescente numero di persone / potenziali clienti.
Inoltre, dato da non sottovalutare, il costante lavoro di creazione di contenuti di valore, si tradurrà nel medio termine, in un apprezzabile posizionamento naturale nei motori di ricerca. Posizionamento organico e non ottenuto pagando: come Google Adwords, che inserisce il sito on top tra gli annunci invece che tra i risultati organici ma che, una volta disattivato, farà tornare alle posizioni organiche nella SERP (Search Engine Results Page che significa pagina dei risultati del motore di ricerca).

Abbattimento dei costi di marketing
In termini di budget il content marketing ha dei costi di gran lunga inferiori rispetto agli investimenti del marketing tradizionale. É una strategia che sortisce i suoi risultati nel medio - lungo periodo e occorre tenere ben presente la possibilità che non si vedano immediatamente risultati positivi in termini di rendimento: con costanza, impegno e creazione di contenuti preziosi i risultati arriveranno.

N.B.
HubSpot.com, impresa fornitore di strumenti di web marketing, scoprì che nel 2015 il content marketing ha generato il triplo di lead rispetto alle strategie di marketing tradizionale, costando però il 62% in meno.

Insomma
Creare e condividere contenuti interessanti e utili, accrescerà il livello di affidabilità del tuo Brand, il posizionamento in Rete e la Brand Reputation.

venerdì 12 aprile 2013

#SOCIAL RECRUITING: ECCO LE ULTIME TENDENZE SULLA RICERCA DEL LAVORO AI TEMPI DEI SOCIAL


“Quanto più ricche ed integrate sono le relazioni sociali coltivate da chi è in cerca di lavoro tanto maggiore è la probabilità di trovare un’occupazione e raggiungere un successo professionale, anche attraverso i social media”. Questo è quanto è emerso dall’ultima indagine “Il lavoro ai tempi del #socialrecruiting e della #digitalreputation” condotta da Adecco, Agenzia per il Lavoro leader in Italia e nel mondo nella gestione delle risorse umane, in collaborazione con Ivana Pais dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Giunta alla terza edizione, la ricerca ha rivelato le ultime tendenze sulle dinamiche dell’incontro tra domanda e offerta di lavoro nell’era del web 2.0, prima tra tutte il ruolo che i legami personali e le modalità con cui vengono utilizzati giocano nella ricerca del lavoro.



A quanto parte, il successo nella ricerca di un lavoro sembra risiedere nel cosiddetto “capitale sociale integrato”, vale a dire la capacità delle persone di valorizzare la possibile dimensione online delle relazioni sociali, anche di quelle create offline. “Coltivare relazioni in rete, oltre che attraverso occasioni di incontro e contatto nella vita offline – ha spiegato spiegato Silvia Zanella, Marketing & Communication Manager di Adecco Italia - incrementa la frequenza e la stabilità dei rapporti e permette di approfondire la conoscenza reciproca degli interessi e delle competenze anche grazie alla lettura dei post e dei contenuti che si pubblicano. Inoltre, consente di intercettare più facilmente informazioni su offerte di lavoro disponibili”. 

 

Andando ad indagare nello specifico tra gli strumenti online più utilizzati, Linkedin rimane il canale privilegiato per la ricerca di nuovi profili da parte dei responsabili HR con il 42% delle preferenze; seguito da Facebook (29%) e da Twitter (9%). “Questi risultati sono molto interessanti perché mostrano il valore delle relazioni che si stabiliscono e si alimentano attraverso la rete" - ha commentato Ivana Pais, Docente di Sociologia Economica all’Università Cattolica del Sacro Cuore.


In particolare l’uso dei social network si rivela molto efficace nella fase di ricerca di un lavoro in quanto consente di facilitare i flussi informativi tra persone già in contatto tra loro, di entrare in relazione con persone chiave nei processi selettivi e di abbattere alcune barriere comunicative rendendo più diretta e veloce la comunicazione”.


Dall’indagine è emersa anche l’importanza della digital reputation. Sia candidati che selezionatori mostrano grande attenzione alla “identità online”: il 70% delle persone verifica le informazioni personali che circolano online “googlando” il proprio nome così come il 77% dei recruiter inserisce il nominativo di un candidato su un motore di ricerca per raccogliere maggiori elementi di valutazione. Proprio a questo proposito i responsabili delle Risorse Umane hanno dichiarato che nel 12% dei casi si sono trovati ad escludere dei candidati per le informazioni che hanno reperito in rete.

Ecco allora ora tre consigli per rendersi (professionalmente) attrattivi su LinkedIn:
  1. Fate attenzione al titolo professionale: è una delle cose che le persone vede. Dovete considerarlo come se fosse il titolo di un articolo: deve attirare l’attenzione e invogliarle a leggere tutta la vostra storia.
  2. Studiate la concorrenza: ricercate quelle persone che svolgono il vostro stesso lavoro, perché anche passando attraverso l’osservazione dei profili degli altri, avremo una maggiore percezione di ciò che può funzionare;
  3. Compilate quanti più campi possibile, rendetevi riconoscibili, inserite tutte le vostre competenze. Sapevate che su LinkedIn è possibile inserire fino a 50 differenti competenze ed esperienze?

Infine, un ultimo consiglio: non fate come me, che per seguire la vita degli altri ed essere un ghostwriter pro tempore ho trascurato troppo i miei profili! ;) 
Buon fine settimana, Chiara

giovedì 12 luglio 2012

Personal Branding Day: ecco come è andata


Venerdì scorso presso la sede centrale dello IED Roma di via Alcamo si è tenuta la prima edizione del Personal Branding Day. Nonostante lo sciopero dei trasporti pubblici eravamo in tanti, e devo dire, ne è valsa la pena. 

Per tutti gli amici che non sono potuti venire, ecco un breve resoconto della giornata e qualche “chicca” da tenere bene a mente.


Per entrare subito in tema, sono stati proiettati tre interessanti video strettamente connessi al personal branding: la video-presentazione delle strategie di brand building di Francesco Fiorani e Fabrizia De Caro, nonché l’immancabile “spot” di Harvey il cane.

Dopodiché, il Direttore dello IED Roma Alberto Iacovoni ha aperto i lavori presentando l’istituto e parlando del suo metodo incentrato sulla creatività personale e sulle dinamiche di costruzione della marca individuale. Dopo i saluti e i ringraziamenti di rito, ha preso la parola Ilaria Legato, Direttrice IED Management Lab, che ha parlato soprattutto della nuova scuola da lei diretta, partner dell’evento.

Da sinistra: Bisetto e Bordignon di Sestyle, Alessandra Colucci, Stefano Principato
La prima parte della giornata è stata incentrata sull’esplorazione del concetto di personal brand da vari punti di vista. Ad aprire la carrellata di interventi è stata Alessandra Colucciconsulente e docente IED  in Brand Care – con la presentazione dal titolo SelfBrand e Personal Brand: una riflessione sull’evoluzione dell’approccio alla marca in relazione alle sue connessioni con il contesto socio-culturale, con le dinamiche legate al marketing e con l’idea di consumatore/cliente. 
Alessandra Colucci ha voluto (giustamente ) sottolineare  che self brand e personal brand sono da considerarsi due approcci ben distinti: il primo basato sull’utilizzo delle marche corporate per “rappresentare il proprio stile, sull’improvvisazione e su atti comunicativi istintivi e discontinui”, mentre il personal brand “risultante dall’applicazione di metodo e creatività, frutto di un accurato lavoro di analisi, dello studio del proprio contesto di riferimento e della costruzione di strategie specifiche, strettamente connesse con gli obiettivi definiti e sempre coerenti tra loro”.

Stefano Principato fondatore di Marketing Personale
A seguire, l’intervento di Stefano Principato con l’interessante illustrazione del suo modello de “Le 12P del personal marketing”, ovvero della strategia per promuovere se stessi. Un metodo semplice, ma molto efficace per conoscersi come individui e come professionisti. Rispondendo a queste domande intraprenderete un percorso di scoperta che vi porterà verso una più piena consapevolezza dei vostri punti di forza,  delle potenzialità e capacità che vi appartengono, ma anche di quali sono le competenze da valorizzare e quali le aree di miglioramento. Fondatore di Marketing Personale,  Stefano Principato è sicuramente una delle figure cui fare riferimento per il Personal Branding. 

Enrico Bisetto e Damiano Bordignon

Infine, i bravi ed effervescenti Enrico Bisetto e Damiano Bordignon, ideatori di Sestyle, che  hanno proposto la loro riflessione sul legame che intercorre tra “Personal Brand e Sviluppo Personale”. Qui potete scaricare la loro presentazione. 

Dopo la pausa pranzo allietata da un fresco e ricco buffet, la giornata è proseguita con le consulenze di Personal Branding in un’aula dedicata.  Un grazie a tutti gli intervenuti e appuntamento alla prossima edizione!

E un grazie a Massimo Lico 
di Innovatel  Engineering per le foto!

martedì 3 luglio 2012

Venerdì a Roma è Personal Branding Day


Venerdì 6 luglio a Roma si terrà la prima edizione del Personal BrandingDay,  ne divulgo con piacere la notizia.  

Il progetto PBD nasce da un’idea di Stefano Principato e Alessandra Colucci con l’intento di divulgare una corretta cultura del Personal Branding. Approccio che applica all’individuo strategie di marketing e comunicazione volte a promuoverne capacità, competenze e vantaggio competitivo.
Poiché la cura del Personal Brand è utile a inserire o a migliorare la posizione di qualsiasi professionalità nel mercato del lavoro, l’idea di organizzare la prima edizione di questa iniziativa è stata favorevolmente colta da IED Management Lab, main sponsor dell’evento. Mission dell’iniziativa è cercare di rendere percepibile a tutti che il Personal Branding è uno strumento importante per presentarsi e promuoversi al proprio mercato in modo efficace e incisivo.

La giornata

Nella prima parte della giornata avranno luogo alcuni interventi di professionisti del mondo della comunicazione che introdurranno l’argomento del Personal Branding analizzandone differenti punti di vista: in tal modo gli interlocutori avranno una panoramica completa su tale approccio potendone comprendere il valore aggiunto che può apportare a ognuno. Alla fine di tutti gli interventi, si aprirà il dibattito con il pubblico che sarà incoraggiato a porre domande al fine di sfatare qualche falso-mito, cercare di sciogliere alcuni dubbi e appagare ogni curiosità.
Dopo la pausa per il brunch, verranno organizzate delle micro-consulenze gratuite [10-15 minuti a persona] in materia di gestione del personal brand tenute direttamente dai relatori intervenuti al mattino e – contemporaneamente – verranno organizzati, anche per aumentare ancor più il coinvolgimento del pubblico, dei mini-workshop [circa 30 minuti l'uno] incentrati su simulazioni e consigli utili rispetto a come affrontare l’inizio – o migliorare le performance – della propria carriera professionale, pratiche strettamente collegate al Personal Brand.


Roma, 6 Luglio 2012 
sede centrale dello IED via Alcamo n° 11

sabato 9 giugno 2012

Rivoluzione Social


Oggi il modo di fare comunicazione è cambiato, anzi si è notevolmente ampliato: nel senso che ci sono molti più segmenti di informazione di quanti ce ne fossero qualche anno fa.

Con l’avvento dei social media e dei social network (in Italia in particolare Facebook e Twitter) è avvenuta una vera e propria rivoluzione, che ha stravolto i metodi più tradizionali di fare comunicazione, creando molte e nuove opportunità ancora poco sfruttate.   

Se in passato infatti i referenti di un buon comunicatore erano i media tradizionali oggi non è più così, nell’era del Web2.0 sono mutate le fonti dove il pubblico va ad informarsi e a scambiarsi opinioni.  
Siamo nell’era della Social Communication, baby! E per una efficace strategia di comunicazione è necessario comunicare (bene) certo, ma la parola d’ordine è dialogare.

Ed ecco che per noi operatori del settore è stato di rilevante importanza individuare i nuovi segmenti di informazione, accedervi e attuare mirate azioni di social media marketing

In sostanza, in era social media, oltre ad una campagna stampa tradizionale, si rende necessario addentrarsi nel Web 2.0 e farsi promotori in prima persona di azioni di comunicazione,  per dare vita ad una carismatica identità digitale.